Stoviglie, posate, sacchetti e shopper in materiale compostabile vanno gettati nel contenitore marrone dell’umido.
Questi prodotti sono fatti di
bioplastica
, ovvero sono creati lavorando sostanze provenienti principalmente dal mondo dei cereali, come amido di mais o grano, oppure dall’industria zuccheriera: canna da zucchero, barbabietole, melassa; ma possono provenire anche dal legno o da microrganismi e alghe.
Oggi le bioplastiche compostabili compongono molti oggetti di uso comune:
In tutti i Comuni serviti da Contarina,
il rifiuto umido viene raccolto usando solo sacchetti compostabili
che vengono forniti alle utenze attraverso i distributori automatici presenti nel territorio. Per sapere dove sono,
clicca qui.
Per la raccolta dell’umido è possibile usare anche i sacchetti in commercio, ma devono essere contrassegnati da almeno uno dei seguenti simboli che ne attestano la compostabilità ai sensi della norma UNI EN 13432:
Qual è la differenza tra biodegradabilità e compostabilità?
La biodegradabilità è la capacità di sostanze e materiali di essere degradati in sostanze più semplici, mediante l’attività di microrganismi. Tutto si degrada, ma alcuni materiali impiegano anche centinaia o migliaia di anni per farlo.
La compostabilità è, invece, la capacità di un materiale organico di degradarsi in ambienti e tempi strettamente definiti (del 90% entro sei mesi), mediante processi biologici che portano alla produzione di compost.
Per maggiori informazioni
è possibile consultare il sito di
Biorepack
, il Consorzio nazionale che opera all’interno del sistema CONAI per la gestione del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile certificati EN 13432.